Cattedrale di Aversa

 

 

L’architettura del complesso

Il complesso della cattedrale di San Paolo in Aversa, costituito dalla chiesa e dal campanile, occupa il lato orientale della piazza omonima, nel centro antico della città.  Eretta nella seconda metà del secolo XI ad opera dei re normanni, durante i suoi 10 secoli di storia ha subito rimaneggiamenti e trasformazioni che ne hanno alterato l’antico aspetto originario, soprattutto a causa dei danni conseguenti ad eventi sismici. La facciata, in stile barocco, è dovuta agli interventi d’inizio Settecento. L’attuale campanile è stato costruito sul finire del ‘400, dopo che il campanile precedente era stato demolito. Terminava con un’alta cuspide piramidale, crollata nel 1694, ed è collegato alla chiesa da un ponte costruito nel 1733.

 

Lo stato di conservazione

Sia la facciata principale, sia quella laterale della chiesa, comprendendo anche quella del transetto orientale, presentano un avanzato stato di degrado. Gran parte delle superfici rifinite ad intonaco, a causa del perdurare di problemi inerenti la cattiva regimentazione dell’acqua piovana, e la mancata protezione di gran parte delle cornici, per una scarsa manutenzione negli anni, presentano vistose macchie di umidità, rigonfiamenti e distacchi; l’umidità ascendente riguarda tutta la parte bassa del prospetto laterale.

Il campanile è senz’altro il corpo maggiormente dissestato, presenta un vasto quadro fessurativo che attraversa verticalmente i vari ordini in corrispondenza dei vani di apertura, mentre il paramento murario a faccia vista si presenta ampiamente alterato e degradato. Gli orizzontamenti interni, in legno, sono in parte crollati e sempre inefficienti, comunque carenti. I cedimenti vanno ascritti alla diminuita resistenza della base fondale costruita o di una sua parte, il che ha determinato un nuovo equilibrio nella interazione campanile-fondazione-terreno, a seguito della interruzione muraria costituita dalle fessurazioni verticali che percorrono il campanile lungo il suo intero sviluppo. Altri fattori di vulnerabilità sono:

  • i vincoli asimmetrici sulle murature alla base (ponte ed edificio in corrispondenza del primo ordine);
  • la presenza di aperture significative a tutti i livelli (tranne il primo, basamentale);
  • le alterazioni e parziali distruzioni della volta a crociera e della muratura sul fronte sud in corrispondenza del primo livello;
  • l’assenza o la carenza di un sistema completo ed efficiente di catene o cerchiature;
  • la esistenza di una cella campanaria fortemente dissestata e degradata;
  • il degrado delle strutture lignee ancora presenti.

Progettazione

 

Restauro dei fronti della chiesa

Il progetto è stato richiesto dalla impresa a seguito della bocciatura, da parte della Soprintendenza, della proposta avanzata in sede locale dai professionisti della Curia. I lavori richiesti riguardano i fronti ovest e sud della chiesa. Gli interventi, distinti secondo sette tipologie operative, hanno carattere conservativo e puntano a restituire all’opera il suo aspetto decoroso. Essi consistono nella rimozione e sostituzione degli intonaci dei fronti laterali, nella pulizia, il consolidamento, la stuccatura e la protezione delle superfici lapidee del fronte principale, nel restauro delle cornici e delle coperture, nell’attintatura delle superfici intonacate, degli infissi in legno e di tutte le opere in ferro.

 

Consolidamento e restauro del campanile

Il progetto ha previsto il consolidamento delle fondazioni attraverso perforazioni sul masso fondale ed iniezione di miscela cementante, composta da acqua, calce idraulica, filler carbonatici, sabbia molto fine e resina epossidica quale additivo, al fine di ottenere una idonea viscosità.  Le iniezioni a bassa pressione sono state effettuate dal basso in alto, tramite pompa provvista di manometro. Ad intervento effettuato sono stati estratti campioni di materiale consolidato e sottoposti a prove di laboratorio, per verificarne le caratteristiche chimico-fisiche e meccaniche. Nelle zone anche ristrette con manifestazioni di dissesto (schiacciamento, presso flessione) si è proceduto con una pressione non troppo elevata, interessando prima le parti più danneggiate e in seguito le rimanenti zone, utilizzando pressioni crescenti.

In aggiunta alla verifica delle catene esistenti si è proceduto alla applicazione di tiranti metallici in corrispondenza dei diversi ordini della struttura scatolare a pianta quadrata. Le nuove catene sono state poste in opera in corrispondenza dell’intradosso dell’impalcato del secondo ordine, con un’adeguata presollecitazione, in modo da assorbire parte dell’azione spingente. Le piastre di ancoraggio non sono state incassate, sia per evitare ogni danno alle strutture murarie sia per evitare ogni inutile occultamento dell’intervento, che va invece esibito e storicizzato.

La risarcitura della muratura è stata ottenuta per mezzo della parziale sostituzione del materiale con la tecnica della sostruzione muraria o anche del cosiddetto “scuci e cuci”. I materiali particolarmente fratturati e degradati, al punto da essere irrecuperabili ed incapaci di assolvere la funzione statica, ovvero meccanica, sono stati ripristinati con materiali tufacei simili a quelli esistenti (tufo casertano ocra) ed in ogni modo compatibili per natura e dimensioni.

Si è quindi provveduto ad assicurare la continuità strutturale del manufatto attraverso interventi localizzati di iniezioni di miscele leganti e di iniezioni armate. Le fessure che interessano le murature, in particolare quelle passanti, sono state risarcite risarcite con la tecnica tradizionale del ripristino del contrasto con elementi (scaglie) di materiale lapideo o in laterizio e con iniezioni di miscela a base di calce additivata. Qualora i collegamenti tra gli elementi murari si presentano deteriorati (per la presenza di lesioni) o particolarmente scadenti, si possono realizzare ammorsamenti tra parti adiacenti o tra murature che si intersecano, con blocchi di materiale identico o simile a quello rimosso e sostituito.

Si è quindi provveduto al consolidamento della volta in muratura della volta in muratura attraverso la ricostruzione delle parti mancanti in sottosquadro, con conci di tufo e malta di calce idraulica, con applicazione sull’estradosso di fibre di materiali in FRP. I solai lignei non più esistenti sono stati ricostruiti con struttura portante in poutrelles metalliche e soprapposta base in tavolato di legno. I solai lignei in cattivo stato di conservazione sono stati restaurati con integrazioni in poutrelles metalliche e tavole di legno, reipiegando le travi di castagno originarie.

Infine si è proceduto al consolidamento del ponte di collegamento campanile-cattedrale.

 

Restauro delle superfici e dei materiali

Dopo aver consolidato la struttura del campanile, si è proceduto ad interventi di: pulitura, consolidamento e protezione dei paramenti lapidei in tufo; trattamento delle croste nere sulle superfici lapidee; al restauro del basamento e dei materiali di spoglio in materiale lapideo di tipo calcareo; al restauro e protezione delle superfici lapidee all’aperto; al restauro di cornici in materiale tufaceo; alla ristilatura dei giunti.

 

Altri interventi

Consolidata la volta del primo ordine, si accederà ai livelli superiori attraverso il ponte di collegamento con la chiesa e successivamente tramite una scala in acciaio e legno che conduce fino alla quota di copertura della torre campanaria. Si è inoltre previsto il consolidamento della struttura lignea che regge le campane, il restauro dell’orologio civico. Il campanile inoltre è stato dotato di un nuovo impianto di illuminazione.

SERVIZI:

Restauro della Cattedrale di Aversa e del Campanile annesso

Resp. della progettazione:

Ing. Guglielmo La Regina

Prof. Arch. Francesco La Regina

Anno:

2008

 

Committente: Diocesi di Aversa

Luogo: Aversa (CE)

Stato: Completato